Bartolomé de Las Casas

Bartolomé de Las Casas è stato un vescovo cattolico spagnolo impegnato nella difesa dei nativi americani. Viene altresì ricordato per aver inizialmente proposto a Carlo V l’importazione di schiavi neri per sostituire gli indigeni nei “laboriosi inferni delle miniere d’oro delle Antille”; tuttavia, ritrattò in seguito questa posizione, schierandosi al fianco degli africani schiavizzati nelle colonie. Fu anche il primo ecclesiastico a prendere gli ordini sacri nel Nuovo Mondo. I padri Domenicani della Curia Provinciale di Siviglia hanno aperto la causa della sua beatificazione nell’anno 2002, per cui la Chiesa cattolica gli ha assegnato il titolo di Servo di Dio.

Su suo impulso e grazie alla sua attività di denuncia del sistema di sfruttamento degli indios vennero compilate le “Leggi nuove” ratificate da Carlo V, con le quali venivano abolite le encomiendas, strutture organizzative agricole fondate su un sistema schiavistico-feudale, principale causa dello sfruttamento dei nativi. Gli scritti di Las Casas non hanno fini letterari ma documentali e di testimonianza. Anche per questo utilizzano un linguaggio lineare ed efficace non consueto nella prosa spagnola dell’epoca, che ha contribuito alla loro fortuna. L’obiettivo è denunciare le atrocità perpetrate contro gli Inca ed evidenziare le qualità positive di queste popolazioni: l’autore condanna la violenza e la cupidigia, ma non è certamente contrario a diffondere il Cristianesimo. Anzi, proprio dal cristianesimo Las Casas trae quella spinta universalistica e quell’idea dell’uguaglianza di tutti gli uomini che ne animano l’opera e che lo spingeranno a denunciare anche le violenze dei portoghesi in terra d’Africa. La fortuna di Las Casas come scrittore fu scarsissima in campo cattolico ma suscitò grandi entusiasmi tra protestanti e illuministi. In effetti i suoi scritti divennero un formidabile strumento di propaganda che i nemici della Spagna colonialista ebbero da quel momento in poi a disposizione. I resoconti di Las Casas rappresentano naturalmente un elemento cardinale della “leggenda nera” sulle atrocità coloniali spagnole.